Tra le pratiche agronomiche la fertilizzazione è quella che abbisogna della massima razionalità di azione. Ciò perché legata alla contaminazione dell’ambiente, alle problematiche fito-sanitarie e agli aspetti quanti-qualitativi delle produzioni, alla luce di un rinnovato rispetto dell’ambiente e una maggiore riduzione dei costi. Ottimizzare la fertilizzazione, dal punto di vista agronomico significa, naturalmente, mettere a disposizione della coltura, la maggior parte, prossima alla totalità, degli elementi nutrizionali. La quantità apportata, assieme alla disponibilità naturale, dev’essere facilmente assimilabile dalle piante, nei periodi critici di massimo assorbimento. Tutto ciò è importantissimo per evitare sprechi a scapi- to della natura e delle tasche dell’agricoltore. Tra gli elementi nutrizionali, l’azoto, nelle sue diverse forme, rappresenta l’elemento la cui funzione è molto importante in gran parte delle coltivazioni agricole specializzate. E’ l’elemento più mobile e dinamico nel terreno. Tuttavia viene facilmente lisciviato nelle falde acquifere o volatilizzato nell’ambiente. Al di là delle tradizionali formula- zioni azotate, esistono nuove tecnologie che permettono una migliore efficienza agronomica, quindi: una razionalizzazione delle quantità; una conseguente migliore disponibilità per le colture; un maggior rispetto per l’ambiente.